venerdì 6 gennaio 2017

Potresti non cogliere

la Presenza di Dio, concentrato ed incentrato su te stesso. La luce, la tenebra, non sono una volta per tutte ma in ogni momento della giornata.   [Gv 1,5]la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta.

La notte - Berlicche 23 Dicembre 2008 - 
Rachele ha il mal di denti, ed è di cattivo umore. Non riesce a dormire. Il tempo è pessimo, tira un vento dell’accidente, gelato anche più del solito. Le ossa le dolgono. Si stringe nello scialle e socchiude la porta di casa, sospesa tra il chiarore oscillante della lucerna e il buio della notte. Suo marito non è ancora tornato dalla taverna. Farà ancora una volta tardi. Rachele non ha neanche la forza più di arrabbiarsi. Ci ha provato tante volte, ma niente può cambiare questa sua vita sempre uguale. 
Alza gli occhi al cielo. Il vento, se non altro, sta portandosi via le nuvole. Le stelle rilucono nel cielo come le pietre dei mercanti di Gerusalemme. 
Sembrano insolitamente brillanti, stanotte, nel limpido cielo invernale. 
Cosa diceva quel mago caldeo al mercato, la settimana scorsa? Strane congiunzioni che avrebbero portato grandi portenti. 
Stringe le labbra. Che Erode tirasse le cuoia una volte per tutte, quello sarebbe un portento. 
Rachele gira lo sguardo sulle colline. 
C’è uno strano chiarore, laggiù. Un fuoco? Adesso è andato. 
Scruta ancora, ma ora è tutto buio. La strada è vuota. Nessun viaggiatore, tutti al riparo attorno al fuoco, a dormire. Rachele rientra, smuove le braci. Un po’ di calore. Forse si assopisce un po’, perchè un movimento la fa sussultare. Suo marito, pensa, ma il letto è ancora vuoto. 
Gente sulla strada. Non ha sbarrato la porta, e si alza, un po’ preoccupata, il sonno negli occhi. Il dente le duole, si riverbera in testa. 
E’ ancora tenebra, fuori. Dieci, dodici persone, forse più. Pastori, sembrano. Paiono avere fretta. Dove vanno a quest’ora di notte? Cosa che può averli trascinati fuori dai loro giacigli? 
Si dirigono verso il fondo del paese. Li segue con lo sguardo, curiosa. Una figura procede in senso contrario, il passo incerto. Lei stringe le labbra, riconoscendolo. Suo marito si arresta stupito, vedendola in piedi, ma ha il buon senso di tacere. Puzza di vino. Non c’è speranza che cambi. Lo lascia passare, tacendo del fango che sta portando in casa. Pulirà domani. Sospira. Lancia un ultimo sguardo fuori, alla strada ora di nuovo deserta, domandandosi se ci sia una novità, una qualsiasi novità, se una novità sia possibile.
Il cielo ora è trapunto di mille punti di luce. La notte sarà ancora lunga. Ma forse, là verso est, si intravede l’alba.